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LA BELLEZZA

mercoledì 21 febbraio 2018

Mini-post su “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj, Feltrinelli.



“La morte di Ivan Il’ič è un accorato invito a riflettere. Non tanto sulla morte, quanto – piuttosto – sulla vita. Il protagonista – Ivan Il’ič, appunto – ha trascorso, infatti, tutta la sua esistenza cercando di costruirsi una realtà che rispettasse i canoni di decoro imposti dalla borghesia russa del 1800. Ha sfogato la sua infelicità famigliare sul  lavoro,  assicurandosi di avere sempre l’approvazione della società; ha mascherato la sua insoddisfazione generando una forma di confortante routine, un precario equilibrio di abitudini per mezzo delle quali “dilapidare” la vita, giorno dopo giorno. E, proprio quando tutto sembrava aver preso una gradevole piega, un banale incidente domestico  sovverte i pensieri di Ivan, aprendogli la mente e mostrandogli la sua condotta da una prospettiva completamente diversa. I dolori causati dalla “malattia” e l’inesorabile approssimarsi della morte smascherano il terribile inganno e la profonda ipocrisia dietro cui  - per tanti anni – ha celato accuratamente la realtà dei fatti: un matrimonio di convenienza, false amicizie, l’eccessiva considerazione dei valori sbagliati. A pochi giorni dalla morte, Ivan Il’ič si rende conto del fatto che tutto è stato una recita insensata, un insieme di falsità e di menzogne. Si dà pena per l’indifferenza altrui nei suoi confronti e si scopre a desiderare la loro compassione e la loro pietà, fomentando uno stato di profonda angoscia nel lettore. In questo straziante flusso di coscienza  sulla strada per la consapevolezza,  il protagonista muta persino la sua personale visione della morte che, da spaventosa e crudele creatura, assume i contorni di una grande maestra di vita. La paura cede il posto alla serenità.
Grazie a questo breve racconto, il lettore è portato a riflettere sul fatto che ognuno dovrebbe sfruttare la vita per seguire i propri sogni e non quelli degli altri. Tutti dovremmo avere il coraggio di troncare le situazioni che ci causano disagi, perché cercare di adattarci ad esse significherebbe coprire la nostra esistenza con strati di menzogne. Non aspettiamo che sia la morte a svelarci i nostri veri desideri e – soprattutto – non coltiviamo la convinzione che certe cose possano capitare solo agli altri, perché – a volte – gli altri siamo proprio noi!