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LA BELLEZZA

sabato 26 agosto 2017

FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury. Mondadori



Montag è un pompiere in un mondo al contrario in quanto – nella realtà descritta da Ray Bradbury – i pompieri non hanno il compito di spegnere gli incendi, bensì di appiccarli. Il loro scopo è quello di bruciare  i libri, tutti i libri rimasti in circolazione e far arrestare coloro che – leggendoli – infrangono la Legge.
Montag, però, non è felice: conduce un’esistenza alienata e alienante composta al fianco di una moglie che non lo degna di uno sguardo perché è sempre connessa a maxischermi che trasmettono futilità per tenere impegnata la gente e oltretutto il suo lavoro comincia a rappresentare una pesante routine. Tutto cambia quando Montag incontra Clarisse, una ragazza che non si è mai adattata a questo stile di vita imposto da un governo e da delle leggi che vogliono tutti i cittadini massificati e inermi. Clarisse instillerà forti dubbi nella mente – già resa instabile dall’insoddisfazione e quindi predisposta alla ribellione e al cambiamento - del pompiere.
“Fahrenheit 451” è un romanzo adrenalinico scritto nel 1953, ma fortemente attuale, come se fosse stato scritto oggi.
Un libro che descrive – con una dovizia di particolari impressionante – una società in cui nessuno ha tempo per gli altri, nessuno guarda negli occhi gli altri, nessuno si ferma a riflettere, a pensare, a osservare le cose del mondo, le cose che ha intorno a sé. La maggior parte delle persone non fa domande, non è curiosa, non comunica realmente con gli altri, ma si limita a pronunciare parole vuote. Nessuno si cura di sentire gli odori delle stagioni perché tutto è coperto e soffocato dal puzzo del cherosene.
Sono tutti uguali, ma l’uguaglianza è intesa come omologazione, come standardizzazione. Il governo li vuole così: buoni e felici, ma senza identità e senza cervello. E’ semplice donare la felicità agli stolti: basta dar loro intrattenimento, distrazioni, divertimento ed eccitazione; basta tenerli occupati, in movimento. Basta impedir loro di pensare. Questo fornisce alla gente un’illusione costante, ma uccide i sentimenti e rende le persone superficiali e distaccate da tutto e da tutti.
“Se non vuoi che qualcuno sia politicamente scontento, non fargli sapere che la questione ha due aspetti: digliene uno soltanto e non si preoccuperà. Meglio ancora, non dirgli niente. Fagli dimenticare che esiste la guerra. Se il governo è inefficiente, ingiusto e vuole troppe tasse, è meglio che rimanga com’è piuttosto che la gente si agiti. La pace, Montag. […] Riempila di informazioni innocue, rimpinzala di tanti “fatti” e si sentirà intelligente solo perché sa le cose. Loro crederanno di pensare, avranno l’impressione del movimento anche se non si muovono affatto”.
In questo modo la gente non solo non vive, ma si crogiola beatamente nell’illusione  di partecipare alla vita. Una vita in cui il tempo libero – foriero di conversazioni e di relazioni sociali reali e tangibili - è bandito; la gente non ha il tempo di pensare, ma è giunta ad un livello in cui non desidera più neanche avere il tempo di pensare.
“Ricordi che l’intervento dei pompieri è sempre meno necessario. Il pubblico ha smesso di leggere di sua volontà”.
Pensare, ragionare, riflettere, porre e porsi domande e interrogativi è dannoso e controproducente perché crea insicurezza e l’insicurezza crea infelicità. La cosa più importante – ovvero la consapevolezza – viene costantemente “bruciata” dal fuoco dei pompieri, il cui motto recita a chiare lettere:
“Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende, il fuoco pulisce”.
Ciò che può minare le fondamenta di questo Sistema è la curiosità; la curiosità di conoscere non tanto le cose, ma il significato delle cose. Per questo motivo, la chiave della vera felicità (e non lo specchietto per le allodole fornito dal governo) è data da tre fattori fondamentali:
1-                  La qualità dell’informazione.
2-                  Il tempo per assorbirla.
3-                  Il diritto di compiere azioni basate su quello che impariamo dall’interazione fra le prime due.
La profondità delle cose, la cultura, l’intelletto, sono andate via via assottigliandosi fino ad essere appiattiti e chi ancora possiede libri – ovvero degli strumenti che stimolano questi ambiti – è un pericolo per la vuota serenità dei cittadini. Chi non si adatta al Sistema imposto dal governo, viene eliminato. Non si ha scelta, perché scelta è sinonimo di libertà.
“Dobbiamo essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione, ma tutti RESI uguali”.
Pertanto, nel romanzo di Bradbury, i pompieri rappresentano “i custodi della pace mentale, i difensori della nostra comprensibile e legittima paura di sembrare inferiori: così sono diventati censori ufficiali, giudici e giuria”.
Montag – però – capisce che dietro ogni libro c’è un essere umano e – proprio grazie ai libri – scopre (o, meglio, riscopre) di avere una coscienza, dei sentimenti e inizia a sentirsi vivo; la sua mente comincia (o, ancora una volta, sarebbe meglio dire che ricomincia) a “nutrirsi” dopo anni di “digiuno” forzato. Subentra in lui la consapevolezza che un essere umano ha bisogno di relazionarsi con persone fisiche e non con freddi schermi televisivi; che l’uomo ha bisogno di interrogarsi, di confrontarsi, ma – soprattutto - di emozionarsi!
A cosa porterà questa ribellione e la conseguente consapevolezza di Montag, ve lo lascio scoprire leggendo il libro, il quale ha un finale davvero emozionante e ricco di speranza. Non crediate – infatti – che il nostro mondo sia lontano da tutto questo. Volete un esempio di come siamo vicini alla società descritta da Bradbury? Prendete Twitter: un pensiero formulato in 140 caratteri non è affatto un’idea stupida perché – se ci fate caso – pochi sono disposti a leggerne di più. Quanti (realmente) aprono un post e si collegano all’articolo intero e lo leggono dall’inizio alla fine, senza distrarsi, sforzandosi di comprendere il messaggio in tutte le sue sfaccettature e – cosa ancora più impegnativa – cercando di crearsi una propria opinione?
A pensarci bene: quanti di voi sono giunti alla fine di questo articolo?

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