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LA BELLEZZA

giovedì 19 gennaio 2017

"NOVECENTO" di Alessandro Baricco. Universale Economica Feltrinelli.

Un viaggio attraverso gli occhi della gente. Vivere dei racconti e nei racconti degli altri. Un viaggio a scoprire il mondo intero, da seduti. Sul seggiolino di un pianoforte, mentre una musica - troppo bella per esistere davvero - aleggia nell'aria e il nostro cuore rimane sospeso tra sogno e realtà. Questo è "Novecento".
Alcuni stralci per iniziare ad assaporare questo monologo dal "sapore fiabesco":

- "Suonavamo perché l'Oceano è grande , e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede."

- "Lo era davvero, il più grande (Novecento, ndr). Noi suonavamo musica, lui era qualcosa di diverso. Lui suonava... Non esisteva quella roba, prima che la suonasse lui, okay?, non c'era da nessuna parte. E quando lui si alzava dal piano, non c'era più... e non c'era più per sempre...Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento."

- "Una volta chiesi a Novecento a cosa diavolo pensava, mentre suonava, e cosa guardava [...].
E lui mi disse: "Oggi son finito in un paese bellissimo, le donne avevano i capelli profumati, c'era luce dappertutto ed era pieno di tigri".
Viaggiava, lui.
E ogni volta finiva in un posto diverso [...].
Il mondo, magari, non l'aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l'anima. 
[...] Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia... Tutta scritta addosso. Lui leggeva [...]. Ci viaggiava sopra da dio, poi, mentre le dita gli scivolavano tra i tasti [...]".

- "Non era una di quelle persone di cui ti chiedi chissà se è felice quello. Lui era Novecento, e basta. Non ti veniva da pensare che c'entrasse qualcosa con la felicità, o col dolore. Sembrava al di là di tutto, sembrava intoccabile. Lui e la sua musica: il resto non contava".



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